Un omaggio a Piero Angela

Angelo Mojetta rivolge un ricordo alla memoria di Piero Angela

Un giorno qualcuno racconterà la storia della divulgazione scientifica in TV, ma probabilmente è già stato fatto. Se e quando avverrà, è certo che una parte preponderante di tale studio sarà dedicato a Piero Angela la cui scomparsa, avvenuta il 13 agosto 2022, ha lasciato un vuoto in questo settore della programmazione televisiva di cui è stato un rivoluzionario mattatore.

Piero Angela era sicuramente un curioso intelligente. Non poteva essere diversamente per un uomo che amava la musica, soprattutto il jazz, e la faceva suonando il piano quasi da professionista e per di più coltivava l’hobby degli scacchi che, secondo me, sono ideali per imparare a pensare, prevedere e programmare. A tutto ciò univa una vasta cultura, di quella che uno si costruisce da sé, visto che nel suo libro La macchina per pensare così scrisse dei suoi anni di scuola: “Personalmente, mi sono annoiato mortalmente a scuola e sono stato un pessimo studente. Tutti coloro che si occupano di insegnamento dovrebbero ricordare continuamente l’antico detto latino “ludendo docere”, cioè “insegnare divertendo”, un motto che Angela ha mirabilmente fatto proprio.

Giornalista, cronista radiofonico, inviato, conduttore del telegiornale Rai, Piero Angela è entrato nella vita di tutti noi come divulgatore scientifico alla fine degli anni Sessanta del Novecento con una serie di documentari che spaziarono dalle ricerche spaziali al futuro del pianeta, dalla vita dell’uomo alla parapsicologia per poi conquistarsi definitivamente il titolo di divulgatore scientifico con la rubrica Quark (1981) alla quale tutti imparammo ad associare l’Aria sulla quarta corda di Johann Sebastian Bach.

Andando indietro nella memoria (la mia) mi tornano in mente tutta una serie di trasmissioni “scientifiche” a partire da L’amico degli animali con Angelo Lombardi, che invidiavo molto perché era circondato da animali che avrei voluto anch’io maneggiare e tenere accanto, per poi passare, in crescendo, ad Almanacco, Conoscere la Natura, Orizzonti della Scienza e della Tecnica, Sapere tanto per citare quelli che più seguivo. Sono programmi forse dimenticati dai più, ma ebbero il compito di rompere schemi prefissati per cui parlare di scienza al grande pubblico non era possibile e, in fondo, di preparare la strada a Piero Angela che divenne e resterà il modello ideale (o idealizzato) del divulgatore scientifico, cioè di chi anche senza essere necessariamente scienziato riesce a parlare di scienza e a far parlare gli esperti in modo chiaro e comprensibile a tutti.

Certo Quark e i suoi spin off e Superquark non avrebbero potuto riscuotere tanto successo se non si fosse creata una macchina sempre più perfetta e spinta da un alto indice di ascolto che non è mai venuto meno. Angela è stato l’incarnazione di questa macchina per il cui funzionamento ha saputo scegliere più che validi collaboratori, che lui non ha mai dimenticato di citare, una cosa non scontata e che è un’ulteriore dimostrazione della sua umanità.

Qualcuno potrebbe anche chiedere se ho conosciuto Piero Angela. La risposta è sì. Lui e Alberto Luca Recchi con cui negli ultimi anni avevano dato vita a una serie di spettacoli teatrali sul mare di grande successo, mi avevano consultato per alcune pubblicazioni sul mare e poi avevo accompagnato Angela sott’acqua molti e molti anni fa. Una grande esperienza ritrovarsi a tu per tu in barca con un simile maestro. Grazie anche per questo ricordo e per quello che tramite lui ho imparato.

Ci sarà un erede? Forse, ma come lui nessuno. Qualcuno potrebbe dire Alberto Angela, ma non credo. Come grandi pittori figli di grandi pittori Alberto ha imparato un mestiere, ha respirato Piero dalla nascita, ma la sua impronta come quella del padre è e resta unica e noi ne trarremo giovamento”.

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