Angelo Mojetta ricorda Egidio Gavazzi, ideatore di Airone, geologo, scrittore e fotografo naturalista, presidente della Società italiana di caccia fotografica e grande amico di Il Pianeta Azzurro.
“Lo scorrere del tempo implica per noi umani accumulare ricordi, esperienze, sensazioni in modo direttamente proporzionale all’età. Ciò significa anche rendere testimonianza di ciò che si è vissuto e dover ricordare figure importanti della propria vita come nel caso, questa volta, di Egidio Gavazzi.
Il nome, forse, non dirà molto a tanti, ma Gavazzi fu una delle colonne di quell’epoca fortunata in cui le riviste di natura abbondavano ed avevano decine di migliaia di lettori. Gavazzi, infatti, fu colui che ideò e portò al successo Airone, la rivista più bella e completa di quegli anni, dirigendola dal numero 1 al n. 57 dal 1980 al 1985. La rivista, sia detto per dovere di cronaca, esiste ancora, ma sarà per i tempi sarà per tanti altri motivi è molto diversa da quella fondata da Egidio e invito chi legge a cercare uno dei vecchi numeri per fare un confronto.
Qualcuno a questo punto potrebbe chiedersi perché scrivo di Gavazzi. Qualche riga di pazienza e lo scoprirete. All’inizio del 1986, Gavazzi e la task-force (così la definiva lui) di scienziati-giornalisti che con lui aveva costruito Airone emigrarono in una nuova casa editrice da lui creata facendo nascere Aqua, definita da molti “la più bella rivista di mare”, e l’anno seguente Silva a cui spetterà il compito di portare i grandi temi della natura, dell’ambiente e del territorio al più alto livello di trattazione qualitativo e contenutistico. Finita l’esperienza di Aqua e Silva, Gavazzi crea e dirige la rivista Alisei, edita dal Touring Club Italiano fonderà poi la rivista Alisei. Già, perché per Gavazzi e per il suo team la professionalità da sola non bastava. Per fare riviste come le sue non bastavano passione e talento, occorreva competenza e forse fu anche per questo, e per quel pizzico di fortuna che ti fa passare da una porta al momento giusto, che iniziò nel 1986 la mia collaborazione con Aqua sulla quale scrissi dal n. 7 al n. 203 quasi ininterrottamente, ricoprendo per una decina di anni il ruolo di responsabile scientifico. In quel lungo arco di tempo vidi la trasformazione progressiva di Aqua da rivista di mare a rivista di subacquea, ma non dimenticai mai quei due anni, così formativi, trascorsi a collaborare con la task-force di Gavazzi assorbendone la filosofia e il modus operandi che sarebbero stati fondamentali per la mia crescita come divulgatore scientifico e giornalista.
Ma chi era Egidio Gavazzi? Nella presentazione delle sue riviste così viene descritto: “Egidio Gavazzi, geologo, esperto di zoologia dei vertebrati. Scrittore e fotografo naturalista, fondatore presidente della Società italiana di caccia fotografica, fondatore e già vicepresidente dell’International Wildlife Photography Federation, Gavazzi ha un passato avventuroso di esplorazioni, di immersioni, di pilota (la passione che gli è stata fatale) e soprattutto una conoscenza diretta del mondo naturale, dal fondo del mare alle cime ghiacciate delle montagne.”
Leggendo queste righe si potrebbe pensare che il contributo di Egidio Gavazzi sia da ricercarsi solo nella sua attività di editore e direttore di riviste, ma così non è. Se certe cose in Italia sembrano oggi ovvie lo si deve alla sua opera instancabile e al suo entusiasmo e alla sua lungimiranza. Le prove? Eccole. Dal 1985 al 1993 fu presidente del Comitato Italiano per Operation Raleigh, un trust inglese per l’esplorazione, la ricerca scientifica e il lavoro comunitario su scala mondiale con la partecipazione dei ragazzi che si poteva configurare come un’iniziativa di citizen science. Nel 1986 fu presidente e cofondatore dell’Istituto Tethys, oggi una delle maggiori e più affermate istituzioni italiane nel settore dello studio dei cetacei il cui valore è riconosciuto anche in campo internazionale e che diede il via agli studi sul campo dei mammiferi marini italiani. Fu socio fondatore di Ardea, agenzia per la ricerca e la comunicazione ambientale, partecipò alla fondazione di Greenpeace Italia, nel 1989 fu consulente per una campagna per il ricoclo delle materie plastiche, nel 1990 progettò una scuola di natura per la Provincia di Trento e nel 1992 fu socio fondatore di Pangea (istituto europeo per l’educazione e il tirocinio professionale ambientale)“.
Angelo Mojetta
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