“Una balena in una conchiglia”: intervista esclusiva per Pianeta Azzurro

Con Stefano Picchi e Angelo Mojetta vi raccontiamo il documentario di Associazione Triton

Presentato alla 79esima Mostra del Cinema di Venezia, “Una balena in una conchiglia” è il primo di una serie di cortometraggi didattici. Un’idea di Raffaele Grandi, vicedirettore di Associazione Triton, che, sotto la direzione di Simone Vrench, rappresenta un perfetto esempio di quanto sia vincente il connubio tra scienza e arte.

Il Pianeta Azzurro ha intervistato Angelo Mojetta (biologo marino, divulgatore e amico storico di Pianeta Azzurro) e Stefano Picchi (direttore scientifico di Triton); due testimonianze che sottolineano come “Una balena in una conchiglia” sia un prodotto cinematografico con una solidissima base scientifica.

Troverete la versione completa dell’intervista prossimamente sulla nostra rivista cartacea; continuate a seguirci sul nostro sito e social network per non perdere nessuna novità!


 

IL PIANETA AZZURRO: Il titolo del cortometraggio è già una dichiarazione di intenti: raccontare il molto piccolo ed il molto grande. Questo è uno dei temi portanti quando si parla di tutela dei mari: considerare l’oceano nella sua globalità…

ANGELO MOJETTA: “Non si tratta solo di raccontare il molto piccolo e il molto grande, ma di far comprendere come tutto nel mare, dall’acqua agli organismi, sia legato da una straordinaria varietà di connessioni e interazioni. Tutto inizia proprio dagli scarti e dai rifiuti prodotti dalla conchiglia e dalla balena -due animali che nessuno di solito mette in relazione tra loro- e che forniscono i nutrienti per lo sviluppo del fitoplancton, il primo fondamentale anello di tutte le reti trofiche del pianeta blu. Questo dovrebbe indurci a riflettere sulla globalità di tutte le tessere della natura, su questo immenso patchwork dove le differenze non dividono, ma uniscono formando una rete di sinergie dove tutto è importante. Purtroppo, noi uomini siamo troppo abituati a vedere le differenze con diffidenza, a erigere steccati verso ciò che non appartiene alle nostre culture perdendo così l’opportunità di condividere conoscenze ed esperienze che potrebbero essere fondamentali per la sopravvivenza dell’umanità. L’uomo inteso come specie appartenente al regno animale si è evoluto poco. Ha progredito molto grazie allo sviluppo del suo cervello e alla sua manualità, due caratteristiche notevoli e importanti anche se a volte si ha l’impressione che l’uomo stia segando il ramo su cui è salito”.

 

D: Il suono del mare attraverso una conchiglia ci restituisce un gesto antico in contrasto con i mezzi moderni di comunicazione; la tecnologia sa essere un’arma a doppio taglio…

R: “Ciò che ascoltiamo accostando una conchiglia all’orecchio è ancora più meraviglioso del suono del mare stesso. Non è il mare che ci chiama, ma sono il battito del nostro cuore e lo scorrere del nostro sangue nell’apparato circolatorio che ci invitano ad entrare in sintonia con le correnti marine e il pulsare del mare che si misura con il ritmo delle onde e lo scandire dei tempi delle maree. A questo invito dovremmo essere tutti sensibili perché noi il mare ce lo portiamo dentro. Non solo il nostro sangue contiene sali marini, ma il nostro corpo, come a volte ci fanno vedere certi incredibili atlanti fotografici di anatomia, rivela insospettate somiglianze come forme e colori con il mondo sottomarino. […]

“Una balnea in una conchiglia” alla Mostra del Cinema di Venezia / da destra a sinistra: Simone Vrech, Angelo Mojetta, Katia Noventa, Raffaele Grandi, Stefano Picchi

IL PIANETA AZZURRO: Triton ha un rapporto speciale con le conchiglie; sul sito si legge che è la conchiglia è la “musa dell’associazione, la custode della storia delle profondità marine. Una storia da raccontare ma soprattutto da vivere”…

STEFANO PICCHI: “La conchiglia ha in effetti un grande potenziale evocativo. Diciamo che custodisce la voce del mare, ma è anche un mezzo per riportarci alle nostre origini e tornare a dialogare con gli oceani. Oggi ricostruire questo rapporto con il Pianeta Blu vuole dire imparare a conoscerlo meglio, a proteggerlo, ma anche a sviluppare strumenti per poter godere delle sue risorse senza danneggiarlo. La missione dell’Associazione Triton vuole essere questa: non possiamo proteggere ciò che non conosciamo, per questo vogliamo raccontare quanto sia meraviglioso e importante l’ambiente marino, a cominciare dal Mediterraneo”.

D: Tema forte anche quello del passaggio di testimone generazionale che avviene attraverso l’educazione alla capacità di ascoltare: è questo forse il metro per capire se la fatica spesa per la tutela degli oceani è valsa?

R: “Rispetto al passato, direi che oggi c’è una maggiore consapevolezza collettiva sui problemi ambientali da risolvere, almeno a un livello superficiale. In particolare, le nuove generazioni sono piuttosto attente alla salute dell’ambiente, compreso quello marino. Mi sembra che in molti stiano cercando un “compromesso sostenibile”, per esempio evitando il consumo di alcune specie a rischio o partecipando alle campagne di citizen science come quella per i monitoraggi dai traghetti di cetacei e tartarughe che stiamo promuovendo nel progetto LIFE Conceptu Maris come Triton Research […]

Scrive per noi

Andrea Ferrari Trecate
Andrea Ferrari Trecate
Laureato in diritto ambientale, si è presto convinto che le sfide ecologiche non si vincono nei tribunali. Collabora con l’Istituto Scholè dal 2014 e dal 2017 è inviato di Pianeta Azzurro per il quale gestisce anche contenuti online e la comunicazione social media. Crede nell’intelligenza delle persone e che la buona comunicazione serva a risvegliarne la consapevolezza per cambiare il mondo.

Andrea Ferrari Trecate

Laureato in diritto ambientale, si è presto convinto che le sfide ecologiche non si vincono nei tribunali. Collabora con l’Istituto Scholè dal 2014 e dal 2017 è inviato di Pianeta Azzurro per il quale gestisce anche contenuti online e la comunicazione social media. Crede nell’intelligenza delle persone e che la buona comunicazione serva a risvegliarne la consapevolezza per cambiare il mondo.

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