5° edizione di Spazzapnea: competere per l’ambiente

Della progettualità di Spazzapnea nel suo complesso Pianeta Azzurro è recentemente diventato media partner, e la nostra presenza a quest’ultima edizione conferma l’impegno già intrapreso con un’intervista ad Ilaria Molinari, apneista di fama e testimonial di Spazzapnea.

Paolo Acanti ha la faccia concentrata, i movimenti scattanti e gli occhi fulminei di chi sta gestendo una situazione complessa. È lui ad accogliermi quando arrivo alla Spiaggia dei Bambini, estremità occidentale del litorale di Genova Voltri e sede dell’ennesima fatica del team di Spazzapnea ODV.

Raduno dei volontari al quartier generale. Foto di Claudio Bellosta – Professione Droni

Approfittando di un momento di calma, ci facciamo strada fra nugoli di volontari in maglietta verde e logo, tagliamo attraverso stand affollati ed entriamo in un piccolo chiosco a bordo spiaggia. Nel poco tempo che può dedicarmi, Paolo mi riempie di informazioni; il progetto nasce nel 2018 dall’entusiasmo di alcuni professionisti e appassionati di apnea subacquea – lui e gli altri dell’associazione sportiva Apnea Center – e in cinque anni è cresciuto molto, tanto che ora l’evento si svolge in contemporanea in altre cinque località italiane. L’idea è molto semplice: vince la squadra che, immergendosi in apnea o pattugliando le spiagge, riesce a raccogliere più rifiuti.

Apneisti in emersione con i rifiuti. Foto di Claudio Bellosta – Professione Droni

Quello tra spirito competitivo e sensibilità ambientale sembra un connubio vincente, a giudicare dai quasi 200 partecipanti; tra questi figurano gruppi umani molto diversi: dallo zoccolo duro dell’Apnea Centre, alla comunità ecuadoriana di Genova (rappresentata dell’associazione APIE); dai ben 70 dipendenti di Osculati, azienda nautica milanese, a diversi marchi di subacquea (non ultima Beuchat, per cui è testimonial Ilaria Molinari – qui la nostra intervista)

Genova è una città che vive sul mare e che col mare ha sviluppato un rapporto stretto e  contradditorio. Sul viso di Acanti si legge una certa gravità, e infatti subito dopo mi racconta dei tanti fattori inquinanti di quel tratto di costa, dei fiumi che trasportano i rifiuti di grandi ville su a monte, i relitti in vetroresina che si incagliano sugli scogli del fondale, i pescatori (“tutt’altro che Il vecchio e il mare” – puntualizza Paolo) che spesso scaricano in acqua il materiale superfluo.

Il “bottino” di alcuni volontari di terra. Foto di Claudio Bellosta – Professione Droni

Dopo di lui parlo con tante altre persone, tra cui Cinzia Calapai, mente della logistica e dei social media, istruttrice di apnea e moglie di Paolo; Sara Venturini, istruttrice e biologa marina con il pallino della divulgazione scientifica. L’immagine finale è quella di una realtà in crescita che prende forza dal sincero entusiasmo, dalla gioia per la sfida subacquea intrecciata alla consapevolezza di vivere in un mondo fragile e in rapido cambiamento. Tra l’altro, l’evento in oggetto è solo la punta dell’iceberg, dato che la ODV utilizza la sua esperienza per fare divulgazione nelle scuole e che i dati raccolti durante ogni competizione servono a nutrire i registri di Sea Cleaner, un progetto di Citizen Science che si occupa del problema dei rifiuti antropogenici in ambiente marino.

Apneista di ritorno alla spiaggia con galleggiante di superficie. Foto di Claudio Bellosta – Professione Droni

Dopo l’evento, negli occhi mi rimangono tante immagini, qui esemplificate dalle ottime foto di Claudio Bellosta. Gli apneisti che emergono dall’acqua con le mute lucide, i quintali di “rumenta” che sfilano dal mare alla spiaggia pietrosa, un vecchio pezzo di Elvis che si spande nell’aria dalla consolle del quartier generale e le trofie al pesto consumate in compagnia prima della premiazione.

L’ultima menzione va agli ottimi numeri totalizzati quest’anno: 642 partecipanti, 190 squadre, 3.570 kg di rifiuti raccolti. Importante specifica, visto che di una gara si tratta: a posizionarsi in cima alla classifica per quantità di rifiuti è Mola di Bari, con ben 1.000 kg, risultato ancor più lodevole se si considera la pioggia torrenziale che ha colpito la spiaggia a due ore dall’inizio. Opera interrotta anche per Genova, sempre a causa di un nubifragio, che si piazza comunque al secondo posto con 790 kg.

Competere per l’ambiente, a quanto pare, porta i suoi frutti.

I numeri della quinta edizione di Spazzapnea:

Totale partecipanti 642 – Totale squadre 190 – Rifiuti raccolti quintali 3.570 Kg
Questi i risultati locali:

  • Genova PARTECIPANTI 200 SQUADRE 64 RIFIUTI 790 kg nonostante l’interruzione a causa di un nubifragio

dopo solo un’ora e mezza di gara.

  • Marina di Pisa PARTECIPANTI 60 SQUADRE 20 RIFIUTI 700 Kg
  • Torre del Greco PARTECIPANTI 100 SQUADRE 30 RIFIUTI 450Kg
  • Mola di Bari PARTECIPANTI 130 persone SQUADRE 45 RIFIUTI totale 1.000 Kg (comprensiva di una batteria, di vari copertoni e di quattro filtri pieni d’olio) nonostante l’interruzione a causa di una forte pioggia dopo due ore di gara.
  • Ustica PARTECIPANTI 12 SQUADRE 4 RIFIUTI 420 Kg
  • Roma PARTECIPANTI 80 SQUADRE 27 RIFIUTI 210 Kg 
“Tutto questo è stato possibile grazie a Voi!  La nostra missione continuerà ogni giorno” –
team Spazzapnea

Scrive per noi

Andrea Puglisi
Andrea Puglisi
Classe 1992, laurea in lingue e master in traduzione editoriale. In buona sostanza un nerd del linguaggio e della conoscenza, ha fin da piccolo la passione per la divulgazione scientifica (lo prendono ancora in giro per i VHS di Jacques Cousteau). A fianco al lavoro in ambito editoriale, scrive e allestisce spettacoli teatrali in cui parla di salute delle acque e tensioni geopolitiche. Nel frattempo, aspetta l’occasione di imbarcarsi su un veliero che raccoglie plastica.

Andrea Puglisi

Classe 1992, laurea in lingue e master in traduzione editoriale. In buona sostanza un nerd del linguaggio e della conoscenza, ha fin da piccolo la passione per la divulgazione scientifica (lo prendono ancora in giro per i VHS di Jacques Cousteau). A fianco al lavoro in ambito editoriale, scrive e allestisce spettacoli teatrali in cui parla di salute delle acque e tensioni geopolitiche. Nel frattempo, aspetta l’occasione di imbarcarsi su un veliero che raccoglie plastica.

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