Educational Goal magazine 2023: sussidi

La nostra collaborazione con Educational Goal, la piattaforma dedicata all’educazione ambientale, prosegue con un nuovo articolo per il Magazine online! Goal 13: riconvertire i sussidi dannosi all’ambiente in favorevoli.

Ecco una breve sintesi del punto 13 di Educational Goal Magazine 2023. Trovi il numero prima a questo link.

La crisi energetica e il dissesto dell’economia hanno messo in secondo piano il
cambiamento climatico e le problematiche ambientali.
In particolare, la crisi innescata dal Covid19 e dalla guerra in Ucraina ha spostato l’attenzione dai temi ambientali, facendo ritenere al nostro Paese (ma non solo) che i problemi legati all’ambiente siano meno urgenti e preoccupanti.
Il tema della lotta al cambiamento climatico è risultato assente nelle ultime campagne
elettorali italiane e il mondo dell’informazione difficilmente lo mette in relazione con le
crisi ambientali che stiamo vivendo. Eppure, molte situazioni drammatiche che viviamo in casa nostra e nel mondo sono direttamente collegate alla noncuranza verso la Natura.
Basti pensare che più della metà delle malattie infettive conosciute è stata resa più
pericolosa dai cambiamenti climatici. Lo stesso Covid19 ‘nasce’ dalla nostra sempre più
frequente abitudine ad invadere ambienti incontaminati per motivi economici. Alcuni
habitat che non hanno mai contemplato la presenza dell’uomo si possono infatti rivelare
pericolosi per la nostra salute.

LA STRATEGIA CHE NON C’E’

Proprio le misure del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), nato per
ammortizzare i danni creati dalla pandemia, mancano totalmente di un piano di
prevenzione del rischio ambientale. Al suo interno, inoltre, non c’è traccia del Piano d’azione per l’adattamento ai cambiamenti climatici, promesso nel 2017 e ad oggi mai varato.
La pandemia ci ha svelato come sarebbero le nostre città ed il nostro Paese con un
abbassamento delle emissioni. Senza arrivare agli estremi visti durante i periodi di lock
down più duri, ci basti sapere che le emissioni di CO2 sono tornate ai livelli pre-Covid19.
Avremmo dovuto imparare una lezione ed invece siamo tornati ad inquinare come e più di prima.

I SUSSIDI AMBIENTALI

Altro tema importante del quale il nostro Paese non sembra avere una strategia precisa è
quello dei cosiddetti sussidi ambientali.
I sussidi sono gli incentivi, le agevolazioni, i finanziamenti e le esenzioni dalle tasse. Tutte quelle prassi, insomma, che tolgono o eliminano la pressione fiscale in determinati casi o
ambiti.
Tra i vari tipi di sussidi, ve ne sono due in particolare che ci interessano.
I SAD o sussidi ambientali dannosi sono tutte le misure che intervengono su beni o
lavori che hanno un impatto negativo sull’ambiente. Per esempio, pensiamo al
finanziamento di un’autostrada o agli sconti per la benzina.
Attenzione però, i sussidi dannosi si annidano anche in ambiti che
consideriamo ‘innocui’. Pensiamo per esempio al settore agricolo che ha bisogno prima
di tutto di nuove norme che ne regolamentino il consumo di suolo e di acqua, pongano
limiti alla deforestazione o alle prassi di conversione degli habitat naturali (con
conseguente perdita di biodiversità).
Pensiamo anche al tema dell’acqua: sono moltissimi i sussidi che vengono destinati per
mantenere sistemi che fanno un uso insostenibile della gestione dell’acqua dolce (spesso
sprecata con sistemi di distribuzione poco moderni) o delle acque reflue (ovvero le acque
delle fognature, trattate con mezzi non adeguati e quindi anche inquinanti).
Dall’altra parte troviamo i SAF, cioè i sussidi ambientali favorevoli, ovvero
quelli che intervengono sulle prassi a basso impatto ambientale come le energie rinnovabili o la mobilità pubblica.
Esistono poi i SAI, ovvero i sussidi di incerta classificazione, una categoria
ibrida e difficile da collocare e inserire in un contesto economico. Questa natura incerta li rende relativamente pericolosi perché potrebbero rivelarsi nel tempo come più vicini alla tipologia dei SAD, andando ad aumentarne la schiera.

UN FUTURO COMPLESSO

Negli ultimi mesi, considerate soprattutto le problematiche sul fronte dell’energia, i SAD
sono destinati ad aumentare di numero.
L’immediatezza delle crisi che stiamo vivendo ci impedisce di programmare un futuro che dobbiamo immaginare darà i suoi frutti tra diverso tempo, ma le cui basi devono essere gettate subito.
Il punto però non è solo limitare o eliminare i SAD (magari proprio basandoci sul
traguardo del 2030) ma soprattutto reindirizzare e riproporre i sussidi verso i SAF,
creando un’economia più nuova e sostenibile.
La redistribuzione degli incentivi pubblici deve andare di pari passo con un futuro di
investimenti privati e pubblici dedicati ad attività a favore della Natura. Così si aiutano
nuove realtà economiche sostenibili che, in caso contrario, faranno fatica a svilupparsi
vedendo sempre favorite realtà più inquinanti
Le soluzioni finanziarie del futuro, quelle capaci di realizzare gli obiettivi di Agenda 2030 devono essere sostenute, per promuovere la protezione e la conservazione della Natura.

Come sempre il nostro obiettivo è quello di parlare di Agenda 2030 e dei 17 goal con un linguaggio semplice, tramite la piattaforma Educational Goal. Anche questo articolo, infatti, è pensato e scritto per i ragazzi che seguono la progettualità ideata da Officine Sostenibili.

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