Ascoltando la corrente. Il cinema per il fiume Po

Dora è una tesista di scienze ambientali. Studia il Po dal suo computer portatile, ma si rende conto che per completare la sua ricerca non bastano modelli e grafici; la seguiamo lungo il corso del fiume, veniamo cullati dalla voce di chi il fiume lo conosce molto bene – sportivi, esercenti, volontari della protezione civile e birdwatcher – e dalle inquadrature di eleganti uccelli fluviali. Grazie a quest’esperienza, Dora riesce infine ad ascoltare la voce del fiume e catturare la vera essenza del significato di “vivere insieme alla sue acque”.

Quando arrivo ai Magazzini sul Po, il tardo pomeriggio del 18 luglio, il caldo avvolge la banchisa e il fiume scorre lento, come sempre in quel tratto.

Di lì a poco è prevista la presentazione di “Ascoltando la corrente”, cortometraggio realizzato nell’ambito del progetto “Ciak! Sì, ParteciPo”, promosso da Compagnia San Paolo e di cui Pianeta Azzurro è media partner.

Locandina di "Ascoltando la corrente"

Io sono arrivato in anticipo, con l’obiettivo esplicito di tempestare di domande Laura Dominici, ricercatrice del Dipartimento di Ingegneria dell’Ambiente e co-curatrice del progetto.

Ci sediamo ai tavolini di metallo (quasi rovente) fuori dai Magazzini e lei mi racconta: il progetto nasce nel 2022, da un’idea di Elena Comino, professoressa di Applied Ecology dello stesso Dipartimento. Il primo tentativo ha dato vita al cortometraggio “Il fiume per noi. La vita che scorre”, che ha preso parte alla rassegna di CinemAmbiente 2023 e all’evento Ambiente X Tutt*, organizzato proprio da Pianeta Azzurro (media partner anche in questa prima occasione). L’idea, mantenuta anche per questa edizione, era quella di rendere protagonista il fiume Po (e i suoi abitanti), per trasformarlo agli occhi del pubblico da totale sconosciuto (l’impedimento idrografico che ti obbliga a fare il giro lungo per arrivare da C.so San Maurizio al parco dei Michelotti) a simpatico conoscente.

Questa volta però, mi racconta Laura, hanno voluto che a raccontare il fiume fossero persone senza alcuna formazione nell’ambito degli ecosistemi fluviali. Serviva uno sguardo vergine, innamorato e curioso al punto giusto. È così sono stati selezionati 18 partecipanti, provenienti dai retroscena più disparati – dal cinema al birdwatching; con la videomaker Silvia Pesce alla guida, per quattro mesi il gruppo si è lanciato nell’avventura di ideare, scrivere e realizzare il cortometraggio.

Nel frattempo, i Magazzini si sono popolati, segno che l’evento sta per cominciare. Ad un certo punto arriva la Professoressa Comino che di lì a poco prende il microfono e raduna tutti per fare “gli onori di casa”. Saluti istituzionali e ringraziamenti a regola d’arte, da cui trapela la soddisfazione di chi sta tirando le fila di un percorso curato con calma e attenzione. Per concludere, ci invita tutti all’interno dei Magazzini per la proiezione.

Proiezione del corto "Ascoltando la corrente"

Lì, rinfrescati dalla penombra, seguiamo il piccolo viaggio di Dora, protagonista del corto dal nome troppo poco casuale; tesista di scienze ambientali, Dora studia il Po dal suo computer portatile, ma si rende conto che per completare la sua ricerca non bastano modelli e grafici; per 17 minuti ci accompagna lungo il corso del fiume, e noi veniamo cullati dalla voce di chi il fiume lo conosce molto bene – sportivi, esercenti, volontari della protezione civile e birdwatcher – e dalle inquadrature di eleganti uccelli fluviali che si infilano sinuosi sotto il pelo dell’acqua, o vi ammarano sopra a rallentatore. Grazie a quest’esperienza, Dora riesce infine ad ascoltare la voce del fiume e catturare la vera essenza del significato di “vivere insieme alla sue acque”. (Per chi se l’è perso, qui c’è il trailer del corto).

L’ultima fase dell’incontro si tiene sulla banchisa, con autori e autrici seduti tra noi e il Po a raccontare la loro esperienza all’interno del progetto.

Silvia Pesce e il suo team raccontano "Ascoltando la corrente"

Raccontano il percorso che da un fiume senza volto li ha portati a conoscere le sfumature e i tanti ruoli che riveste per la città di Torino; nel frattempo, quello scorre placidamente dietro. Fa da sfondo, com’è spesso il caso nella vita di questa città. Eppure, adesso, col fare discreto e cheto del buon piemontese, sembra aggiungere il fruscio delle sue acque al cerchio di voci di questo piccolo momento umano. Sembra, finalmente, dire la sua.

Scrive per noi

Andrea Puglisi
Andrea Puglisi
Classe 1992, laurea in lingue e master in traduzione editoriale. In buona sostanza un nerd del linguaggio e della conoscenza, ha fin da piccolo la passione per la divulgazione scientifica (lo prendono ancora in giro per i VHS di Jacques Cousteau). A fianco al lavoro in ambito editoriale, scrive e allestisce spettacoli teatrali in cui parla di salute delle acque e tensioni geopolitiche. Nel frattempo, aspetta l’occasione di imbarcarsi su un veliero che raccoglie plastica.

Andrea Puglisi

Classe 1992, laurea in lingue e master in traduzione editoriale. In buona sostanza un nerd del linguaggio e della conoscenza, ha fin da piccolo la passione per la divulgazione scientifica (lo prendono ancora in giro per i VHS di Jacques Cousteau). A fianco al lavoro in ambito editoriale, scrive e allestisce spettacoli teatrali in cui parla di salute delle acque e tensioni geopolitiche. Nel frattempo, aspetta l’occasione di imbarcarsi su un veliero che raccoglie plastica.

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