L’importanza dei wildlife photographers per la conservazione marina

Quest’anno uno dei premiati al concorso “Wildlife Photographer of the Year” é Pietro Formis, caro collaboratore di Pianeta Azzurro.

Ogni giorno tantissimi appassionati di conservazione escono in mare. Alcuni di loro con una macchina fotografica in mano pronti a catturare tutta la magnifica biodiversità dei nostri oceani.
Infatti, é grazie a questi fotografi che possiamo vedere con i nostri occhi certe immagini. Ciò che il mare nasconde a volte si puo vedere solo grazie a un obbiettivo.

Quest’anno uno dei premiati al concorso “Wildlife Photographer of the Year” é Pietro Formis, un amico e collaboratore di Pianeta Azzurro da diversi anni. I vincitori saranno annunciati il 10 Ottobre al Museo di Storia Naturale di Londra per questo contest che ha luogo da 59 anni. Da tempo Pietro condivide la sua arte con noi, é stato proprio lui a scattare la foto raffigurata nel primo numero di Pianeta Azzurro del 2023.

Ma torniamo alla fotografia che è stata premiata come “Higlhy commented” al WPY di quest’anno. Come potete osservare dall’immagine di copertina é proprio un pesce con un’espressione alquanto inquietante, nonché magnifica. Lui é Uranoscopus scaber più conosciuto come stargazer fish, pesce osservatore delle stelle, oppure come lo chiamiamo noi in Italia, il pesce prete. Di solito resta nascosto per metà sul fondale sabbioso del Mediterraneo mostrando solo gli occhi e la bocca. È così che riesce ad afferrare le sue prede.

“Andare sott’acqua e fare foto a tutta quella bellezza, é qualcosa che faccio spesso ma penso sia un privilegio.” ha detto Pietro in un’intervista.

Per fortuna esistono i fotografi subacquei a mostrarci queste immagini e a mostrarle al mondo intero. È grazie a tali foto che possiamo continuare a fare conservazione e tutti possiamo comprendere meglio la biodiversità marina. La fotografia è soprattutto un mezzo importante per consentire di prendere confidenza con certi animali che solitamente temiamo.

Scrive per noi

Mariarita Caracciolo
Mariarita Caracciolo
Laureata in biologia marina e gestione degli ecosistemi marini costieri, con un dottorato in ecologia e biodiversità del plankton marino. Dopo anni dietro un pc ad analizzare dati, ha deciso di specializzarsi in comunicazione scientifica, perché pensa che la ricerca sia inutile se non è accessibile a tutti. Ha recentemente aperto la sua azienda “The Eco Odyssey” perché crede che la comunicazione e l’educazione ambientale siano fondamentali, in questo momento di transizione ecologica. La sua passione è il mare e vuole condividerla con le persone, educando alla conservazione marina, a vivere e viaggiare consapevolmente e rispettando la natura.

Mariarita Caracciolo

Laureata in biologia marina e gestione degli ecosistemi marini costieri, con un dottorato in ecologia e biodiversità del plankton marino. Dopo anni dietro un pc ad analizzare dati, ha deciso di specializzarsi in comunicazione scientifica, perché pensa che la ricerca sia inutile se non è accessibile a tutti. Ha recentemente aperto la sua azienda “The Eco Odyssey” perché crede che la comunicazione e l’educazione ambientale siano fondamentali, in questo momento di transizione ecologica. La sua passione è il mare e vuole condividerla con le persone, educando alla conservazione marina, a vivere e viaggiare consapevolmente e rispettando la natura.

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