Educare al Mare, il nuovo libro di Enrico Squarcina raccontato dall’autore

Membro del collettivo GREAM e Ricercatore presso l’Università degli Studi di Milano Bicocca, con un’intervista in esclusiva ci svela i temi del suo ultimo libro

La recensione di “Educare al Mare” del prof. Enrico Squarcina (Ricercatore presso l’Università degli Studi di Milano Bicocca dove tiene i corsi di Geografia e Didattica della geografia) corredata ad un approfondimento in esclusiva: l’intervista con l’autore sui temi della comunicazione, della cittadinanza oceanica e delle politiche educative.

Partendo dalla promulgazione per la decade 2021-2030 del Decennio delle scienze oceaniche per lo sviluppo sostenibile, “Educare al Mare” (Guerini e Associati editore – collana Spazi) va alla riscoperta della dimensione affettiva che ci lega agli oceani.  Promuovere la conoscenza del mare significa infatti permettere a tutti di entrare in connessione cognitiva e affettiva con la parte acquatica del mondo, andando alla ricerca proprio di quella cittadinanza oceanica che ci fa sentire “responsabili nei confronti di quella che è la parte più estesa e al tempo stesso la meno conosciuta della superficie terrestre”.

Si tratta -da qui il titolo del libro- non solo di conoscere ma soprattutto di educare. Il libro del professor Enrico Squarcina (membro del collettivo GREAM, già protagonisti a Blue Festival e sulle nostre pagine) propone infatti una serie di esperienze che illustrano esempi di politiche propedeutiche allo scopo. Con “Educare al Mare” si va alla scoperta di quanto discipline che pensiamo lontane dagli oceani siano in realtà utilissime alla riscoperta del nostro rapporto con il mare. Sport, metodologie didattiche, strumenti ludici, diventano mezzi per divulgare e formare.  Le esperienze educative che troviamo in “Educare al Mare” sono esempi utilissimi anche grazie al loro spirito autoriflessivo e critico.


 

IL PIANETA AZZURRO: “Educare al mare” analizza le molte possibilità che abbiamo per raccontare e capire il mare. In un contesto affettivo, il libro si muove nel solco degli obiettivi del collettivo GREAM…

ENRICO SQUARCINA:Il GREAM raggruppa una serie di persone, soprattutto insegnanti, accomunate dall’amore per il mare e il conseguente desiderio di farlo conoscere e di salvaguardarlo. Il mare è uno spazio spesso lontano dal vissuto e dagli interessi delle persone per cui per salvaguardarlo bisogna passare attraverso l’educazione al mare. Non si tratta di insegnare decaloghi di comportamenti da evitare e di buone pratiche, si tratta di entrare in sintonia con questo spazio affascinante e poco conosciuto. I modi di entrare in sintonia con il mare sono molti e in questo libro ho voluto presentarne alcuni, senza pretese di esaustività, ma in modo esemplificativo”.  

D: A proposito di come fare comunicazione: la promulgazione del Decennio del Mare rappresenta un gesto forte da parte della comunità internazionale; come si comunica un progetto tanto complesso e così esteso nel tempo?

R: “È una domanda a cui non sono sicuro di saper rispondere. Quello che posso fare è dire quelli che secondo me sono i modi peggiori di comunicare questo tipo di progetti. Innanzitutto, è necessario non far calare le informazioni e l’organizzazione delle iniziative legate al decennio dall’alto. L’ormai diffusa disaffezione nei confronti della politica e delle classi dirigenti in genere -di cui il calo dei votanti in un po’ tutte le elezioni europee è solo uno dei segnali- fa guardare quantomeno con sospetto le iniziative promosse in modo verticistico. Il rischio, quindi, è quello del rifiuto. In secondo luogo bisogna perseguire trasparenza e coerenza. Se gli enti che sino a ieri hanno perseguito il profitto o i cosiddetti interessi nazionali a discapito dell’equilibrio ambientale, si fanno paladini della salvaguardia del mare il sospetto che si tratti di greenwashing si estenderà a tutta l’iniziativa annullandone l’efficacia. Credo inoltre che il rischio dell’inflazione sia sempre in agguato. Il mondo della comunicazione attuale vive di ondate intense e rapide, direi che persegue l’emotività del pubblico a cui si rivolge. Per periodi più o meno brevi tutti i mezzi di comunicazione di massa si occupano dello stesso fenomeno con toni enfatici che ben presto creano la saturazione. Il rischio è che di qui a poco non se ne possa più di sentir parlare di mare, di sostenibilità e di buone pratiche. Credo che si debba passare dall’emozione al sentimento, e il sentimento richiede la conoscenza profonda, direi la conoscenza affettiva. Proprio per questo bisogna perseguire la partecipazione”.    

D: Un libro che porta soprattutto esempi di buona comunicazione; quale crede che sia l’errore più ricorrente quando si parla di un macrotema come il mare?

R: “Credo che l’errore maggiore, e forse anche più ricorrente, è quello della settorializzazione. Non esiste un unico mare, ma il mare dei biologi e quello dei geologi, quello dei poeti e quello dei giuristi, quello dei cineasti e quello dei pescatori… Ognuno porta un granello di conoscenza, che può moltiplicarsi se si mette in rapporto con quelle degli altri. È necessaria la specializzazione, ma il rischio è quello di guardare ad un aspetto sempre più specifico di un fenomeno complesso perdendone la visione d’insieme”.

D: Può consigliare ad i nostri lettori un piccolo stratagemma su come riscoprire la nostra ‘cittadinanza oceanica’?

R: “Penso che vi siano tante strade quanti sono gli esseri umani per riscoprire la propria cittadinanza oceanica. Per tutti vale il suggerimento di mettersi all’ascolto di ciò che il mare suscita in noi, nei confronti del mare non si può essere indifferenti, ne consegue che il mare è una parte di noi, ognuno deve riscoprirlo a modo suo. Quello che possiamo fare è proporre un’analisi introspettiva che permetta di superare gli stereotipi e scoprire i legami affettivi con questo spazio e la voglia di partecipare alla sua salvaguardia e gestione”.

 

 

Educare al mare

Riflessioni, esperienze e progetti per un’appropriazione cognitiva, affettiva e critica degli spazi oceanici

Squarcina Enrico (a cura di)

Collana “Spazi”, Guerini Scientifica (Guerini e Associati editore) / 16/03/2023

Scrive per noi

Andrea Ferrari Trecate
Andrea Ferrari Trecate
Laureato in diritto ambientale, si è presto convinto che le sfide ecologiche non si vincono nei tribunali. Collabora con l’Istituto Scholè dal 2014 e dal 2017 è inviato di Pianeta Azzurro per il quale gestisce anche contenuti online e la comunicazione social media. Crede nell’intelligenza delle persone e che la buona comunicazione serva a risvegliarne la consapevolezza per cambiare il mondo.

Andrea Ferrari Trecate

Laureato in diritto ambientale, si è presto convinto che le sfide ecologiche non si vincono nei tribunali. Collabora con l’Istituto Scholè dal 2014 e dal 2017 è inviato di Pianeta Azzurro per il quale gestisce anche contenuti online e la comunicazione social media. Crede nell’intelligenza delle persone e che la buona comunicazione serva a risvegliarne la consapevolezza per cambiare il mondo.

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