Camilo Mora e Boris Worm, gli autori di uno studio effettuato dalla Dalhousie University di Halifax (Canada), hanno affermato non molti anni fa che l’86% delle specie terrestri e ben il 91% di quelle marine sono del tutto sconosciute. Delle 8,7 milioni di specie stimate, 6,5 milioni sono organismi che vivono sulla terra, e 2,2 milioni nei mari (con un margine d’errore di ± 180 mila).
Un piccolo passo è stato fatto recentemente, con la scoperta di una nuova specie di squalo tasca.
Il primo esemplare (Mollisquama parini) mai scoperto è stato recuperato al largo delle coste del Cile nel 1979 ed è stato descritto solo nel 1984. Nel 2010 un altro esemplare di squalo tasca, chiamato poi però Mollisquama mississippiensis per alcune differenze morfometriche, è stato invece ritrovato nel Golfo del Messico nel 2010 e identificato come una nuova specie.
Ciò è quanto spiegato da Mark Grace, biologo del Noaa (Oceanic and Atmospheric Administration), precisando che si tratta di “specie separate, ciascuna proveniente da oceani diversi, ed entrambe estremamente rare” e dimostrandolo nello studio recentemente pubblicato.
La peculiarità di questa specie è la capacità di possedere ghiandole che producono un fluido bioluminescente ed è dotato di fotofori che gli permettono di produrre luce. Tale caratteristica non è nuova nel mondo degli Elasmobranchi, all’interno dei quali già circa 500 specie sono state dimostrate esser capaci di emettere bioluminescenza.
Meet the American pocket shark, Mollisquama mississippiensis: A wee little shark found in the Gulf of Mexico that squirts little glowing clouds from mysterious pouches near its front fins. Amazing. https://t.co/jVPWNiWU8G pic.twitter.com/kzdRumXHIo
— Shark Advocates (@SharkAdvocates) July 21, 2019