ll Pianeta Azzurro intervista Verdiana Vellani, terza classificata nel bando per tesi in biologia marina

Andiamo a conoscere meglio il lavoro di ricerca di una delle vincitrici della quinta edizione del nostro premio

IL PIANETA AZZURRO: “Physiological response of corals exposed to a combination of heat waves and microplastics. A Mediterranean case study with Astroides Calycularis” è il titolo della sua tesi: la racconta ai nostri lettori?

VERDIANA VELLANI: “Certo. Per la mia tesi volevamo vedere (io, assieme ad i miei tutor Marco Munari e Luigi Musco, ed il mio relatore Antonio Terlizzi) come i cambiamenti globali in atto potessero impattare su un organismo endemico del Mediterraneo quale Astroides calycularis, detto anche madrepora arancione, soggetto del nostro progetto, che si è svolto presso l’Ischia Marine Center della Stazione Zoologica di Napoli. Abbiamo pensato di vedere come due fattori di stress quali aumento della temperatura e presenza di microplastiche possano modificare lo stato di salute di questo animale. Per fare ciò per il mio tirocinio ho mantenuto gli animali (presi durante un campionamento nell’Isola di Ischia) in 4 condizioni sperimentali diverse: controlli a temperatura normale, degli acquari a temperatura aumentata, degli acquari con l’aggiunta delle microplastiche, e acquari con temperatura aumentata e presenza di microplastiche assieme. Ci aspettavamo che la condizione che potesse provocare maggiore stress fosse quella nella quale erano presenti entrambi i fattori, e così è risultato anche dalle analisi che sono state fatte in seguito sul tasso di escrezione di ammoniaca e il tasso di respirazione. Dunque, l’esposizione a più di un fattore di stress (cosa che normalmente avviene in natura in quanto in mare gli organismi sono costantemente sottoposti a stress diversi) per questa madrepora in particolare crea delle conseguenze maggiori rispetto ai singoli fattori di stress. È anche stato visto che la temperatura aumentata era il fattore che creava maggior stress all’animale“. 

D: Nella sua tesi si parla di microplastiche, un argomento che sembra ancora troppo poco dibattuto nella comunicazione mainstream. Quanto sta diventando centrale -invece- nella ricerca scientifica della biologia marina?

R: “Giustamente, come dice Lei, è un argomento ancora troppo poco dibattuto, e ci sono tante domande e poche risposte. Si tratta di lavorare con un materiale di difficile maneggiabilità (si pensi che i frammenti di micro- o nanoplastiche possono avere dimensioni piccolissime, fino a 0,0001 millimetri) e con il quale le contaminazioni sono facili (fibre degli indumenti che si indossa, frammenti dei guanti che si utilizzano in laboratorio oppure dei contenitori in cui mettiamo il materiale). Nonostante questo, la ricerca scientifica in questo campo sta facendo grandi progressi e sta avanzando molto velocemente. Anche grazie alla grande voglia di fare e di voler rispondere alle tante e diverse domande che noi ricercatori ci poniamo. Questo tema deve diventare sempre più centrale in tutti gli ambiti, tra cui anche quello della biologia marina, per meglio capire gli effetti di questi inquinanti spesso invisibili su organismi ed ecosistemi“.

D: I premi come quello di Pianeta Azzurro sono importanti conferme del proprio lavoro: quali sono i suoi prossimi obiettivi?

R: “Ringrazio ancora molto la commissione che ha valutato la mia tesi come meritevole di questo premio. A breve partirò per un tirocinio post-laurea all’estero, tra Malesia e Thailandia, sempre focalizzandomi sui coralli. Nei prossimi mesi, contemporaneamente, applicherò anche per dei dottorati, in Italia, sperando di poter portare avanti la ricerca su coralli e microplastiche. Grazie al premio ho anche potuto iscrivermi all’AIOSS (Associazione Italiana Operatori Scientifici subacquei) ed inoltrare la mia candidatura; dunque, incrociamo le dita e speriamo di poter presto ricevere la certificazione come ESD European Scientific Diver“.


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L’edizione 2022/2023 è online QUI tutti i dettagli 

 

Scrive per noi

Andrea Ferrari Trecate
Andrea Ferrari Trecate
Laureato in diritto ambientale, si è presto convinto che le sfide ecologiche non si vincono nei tribunali. Collabora con l’Istituto Scholè dal 2014 e dal 2017 è inviato di Pianeta Azzurro per il quale gestisce anche contenuti online e la comunicazione social media. Crede nell’intelligenza delle persone e che la buona comunicazione serva a risvegliarne la consapevolezza per cambiare il mondo.

Andrea Ferrari Trecate

Laureato in diritto ambientale, si è presto convinto che le sfide ecologiche non si vincono nei tribunali. Collabora con l’Istituto Scholè dal 2014 e dal 2017 è inviato di Pianeta Azzurro per il quale gestisce anche contenuti online e la comunicazione social media. Crede nell’intelligenza delle persone e che la buona comunicazione serva a risvegliarne la consapevolezza per cambiare il mondo.

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