Il Pianeta Azzurro ha incontrato Andrea Morello, presidente di Sea Shepherd Italia, per un’intervista esclusiva. Una bella ed interessante chiacchierata ricca di spunti, svoltasi durante il lockdown causato dal Covid-19, della quale vi regaliamo un assaggio.
L’incontro con Andrea Morello ha permesso di focalizzare l’attenzione sull’azione di Sea Shepherd durante la pandemia e sugli impatti che il blocco delle attività antropiche hanno comportato sull’ambiente.
Andrea Morello è il Presidente di Sea Shepherd Italia onlus e volontario di Sea Shepherd Conservation Society, il noto movimento internazionale senza fini di lucro, nato con l’obiettivo di conservare e proteggere le specie selvatiche negli oceani del mondo.
Sea Shepherd è stata fondata nel 1977 ed in occasione dei 40 anni della sua attività, abbiamo dedicato un numero monografico della Collana del Faro.
Il periodo di quarantena ha comportato uno stravolgimento dei piani di ciascuno, organizzazioni comprese. Nell’intervista, di cui vi presentiamo di seguito un breve estratto, Andrea Morello ci racconta quali sono gli effetti del blocco delle attività di vigilanza da parte di Sea Shepherd e come le scelte di ognuno di noi possano renderci eroi di un nuovo mondo.
L’intervista completa sarà riportata integralmente nel prossimo numero del Pianeta Azzurro.
PIANETA AZZURRO: Lo stop delle vostre attività ha indubbiamente delle ripercussioni importanti sulle situazioni di criminalità. Ci sono situazioni dove l’emergenza fa sentire ancor più la vostra assenza?
ANDREA MORELLO: è il gemellaggio con le autorità che stava facendo vincere le nostre battaglie; con le leggi legate all’emergenza, le nostre attività sono state bloccate. La criminalità, tuttavia, non si interessa delle regole imposte dal governo. In effetti, ci sono delle situazioni in cui l’emergenza è ancora più marcata. Un esempio è quello della pesca dei totoaba in Messico: da quando si sono fermate le nostre navi e quelle delle autorità, i totoaba, pur essendo protetti, vengono pescati per ottenere la vescica natatoria da essiccare e poi vendere in Cina. Anche per le nostre acque mediterranee ci sono situazioni emergenziali, ad esempio nell’utilizzo dei “muri della morte”, le reti spadare, letali per capodogli, delfini, uccelli marini e, per questo, proibite dalle Nazioni Unite. L’anno scorso ne è stata trovata nel Mar Tirreno di 6 km. Il nome dell’“Operazione SISO”, che ha come obiettivo la protezione dell’ecosistema delle Isole Eolie dalla pesca illegale non documentata e non dichiarata, nasce dal nome di un capodoglio ucciso da una di queste reti e spiaggiatosi sulla punta del capo di Milazzo. Lì un biologo marino, Carmelo Isgrò, l’ha musealizzato per poter descrivere la situazione reale del mare. Bisogna trovare dei dialoghi per conservare le specie marine: se muoiono gli oceani moriamo anche noi.
PIANETA AZZURRO: La quarantena può essere un’occasione per percepire l’impatto che abbiamo sul pianeta, ma stiamo davvero imparando la lezione oppure si ritornerà a recuperare il tempo perso, producendo e consumando di più?
ANDREA MORELLO: Su questa tematica ho scritto un commentario pubblicato sul nostro sito “nuovi eroi per un nuovo mondo”. Dobbiamo creare un nuovo mondo, in cui noi siamo tutti eroi nel compiere delle scelte di consumo responsabili e nel tipo di vita che può essere scelta in base all’impatto che può avere nell’ambiente. Se non impariamo che questa società è stata trasformata dall’emergenza in atto e che è necessario costruire un nuovo mondo, l’unica alternativa è la nostra estinzione. È necessario diventare biocentrici, in modo da mettere al centro il pianeta che ci ospita. Non tutti impareranno in un colpo solo, ma ci saranno degli ottimi esempi, così come nella biodiversità la differenza è quella che porta all’evoluzione. Nella storia i grandi cambiamenti sono avvenuti grazie ai grandi governi ma alla passione dei singoli, che spesso si sono presi tutto il fardello che ne consegue. La speranza è che molti si facciano carico di questo impegno, diventando nuovi eroi.
Infine, Morello ci regala un’importante lezione sul periodo complesso che abbiamo vissuto e sul ‘nuovo futuro’ che ci attende: la regola di un marinaio per affrontare situazioni tempestose come questa è quella di affidarsi al capitano e attendere con pazienza la fine della tempesta. Al suo termine, sarà importante essere pronti ed organizzati per affrontare nuove sfide.
L’intervista integrale sarà disponibile nel prossimo numero del Pianeta Azzurro.
Scrive per noi
- Laureato in diritto ambientale, si è presto convinto che le sfide ecologiche non si vincono nei tribunali. Collabora con l’Istituto Scholè dal 2014 e dal 2017 è inviato di Pianeta Azzurro per il quale gestisce anche contenuti online e la comunicazione social media. Crede nell’intelligenza delle persone e che la buona comunicazione serva a risvegliarne la consapevolezza per cambiare il mondo.
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