Isole Eolie: l’impresa-vacanza di Mattia Malara

Questo articolo racconta una vacanza diversa, l’attenzione all’ambiente come stile di vita, una famiglia che condivide la passione per il mare. Mattia Malarta, campionessa di apnea e nuova ambassador di Beuchat, parte alla volta delle Isole Eolie.

Quest’estate, Mattia Malara aveva un’idea di vacanza molto precisa: un catamarano, una piccola crew di familiari e amici – tutti apneisti – tanto mare e tanti tuffi alle Isole Eolie, con uno sguardo particolare all’ambiente.

Noi di Pianeta Azzurro ci siamo fatti raccontare quest’esperienza, che si allontana dall’edonismo vacanziero tipico dell’era moderna e si avvicina all’escursionismo, che sceglie sport, rispetto della natura e spostamenti a basse emissioni al posto di comfort, consumi monouso e vita notturna.

La squadra è partita da Capo d’Orlando il 27 luglio e in due settimane, seguendo il vento per ridurre al minimo i consumi di carburante, e ha toccato tutte le isole – da Vulcano a Stromboli e Strombolicchio.

Fin dai primi tuffi, Mattia e i suoi si sono accorti di un fatto allarmante: in superficie, l’acqua era caldissima (i termometri segnavano ben 29°) e il termoclino si incontrava dai 15 metri in giù, arrivando ai 25° circa. Temperature da record sono in effetti state registrate in tutto il Mediterraneo, e molta è già la divulgazione giornalistica sul tema – secondo l’ARPA, nelle prime due settimane di agosto la temperatura media dell’acqua era superiore di 4° rispetto ai valori registrati fra il 1934 e il 2023.

Come probabile conseguenza di questo cambiamento, Mattia racconta i suoi incontri con pesci una volta rari, come il pesce pappagallo, riassumendo in una semplice immagine quello che gli esperti definiscono “meridionalizzazione del Mediterraneo”.

 

 

L’altro dato fondamentale registrato durante la vacanza è l’onnipresenza della plastica, a tutte le profondità, sotto costa come al largo, plastica di varia composizione, che già ospita vita marina bentonica e pelagica. La crew di Mattia non si è limitata a prendere nota del fatto, e ha raccolto ogni rifiuto incontrato.

 

 

 

 

 

 

Per quanto riguarda la pratica apneistica, la nostra campionessa si è concentrata sul perfezionare una particolare tecnica di compensazione, limitando i tuffi a una profondità massima di -25 m. Ad aiutarla, l’equipaggiamento in dotazione di Beuchat, di cui è diventata ambassador. Ha tenuto anche delle lezioni ai membri più giovani della crew (i suoi due figli, e i figli dell’amica storica e compagna di apnea Giulia Sandrucci, che si è imbarcata con lei). Qui sotto, la vediamo alle prese con una piccola lezione frontale su respirazione e compensazione.

La sera poi, il catamarano si fermava in rada, garantendo all’equipaggio dei tramonti mozzafiato sullo sfondo delle isole. Quello era il momento migliore per godersi il paesaggio, racconta Mattia, perché il grosso delle navi da diporto rientrava a terra, lasciando i più avventurosi nel silenzio delle distese marine.

A fine estate, quello che ci resta dell’esperienza di Mattia e un’idea particolare di vacanza, che porta la famiglia lontano dai percorsi turistici, e anche nel mare da favola del Sud Italia non dimentica di prendersi cura dell’ambiente – quello stesso ambiente che fa da contenitore al nostro riposo estivo.

Ricaricata e pronta a riprendere il lavoro, Mattia non vede l’ora che inizino i suoi corsi, ha in programma un’uscita coi bambini nel bellissimo Orto di Nemo, già raccontato da Pianeta Azzurro in questo articolo.

Noi, sempre più curiosi, continueremo a seguirla passo passo.

Scrive per noi

Andrea Puglisi
Andrea Puglisi
Classe 1992, laurea in lingue e master in traduzione editoriale. In buona sostanza un nerd del linguaggio e della conoscenza, ha fin da piccolo la passione per la divulgazione scientifica (lo prendono ancora in giro per i VHS di Jacques Cousteau). A fianco al lavoro in ambito editoriale, scrive e allestisce spettacoli teatrali in cui parla di salute delle acque e tensioni geopolitiche. Nel frattempo, aspetta l’occasione di imbarcarsi su un veliero che raccoglie plastica.

Andrea Puglisi

Classe 1992, laurea in lingue e master in traduzione editoriale. In buona sostanza un nerd del linguaggio e della conoscenza, ha fin da piccolo la passione per la divulgazione scientifica (lo prendono ancora in giro per i VHS di Jacques Cousteau). A fianco al lavoro in ambito editoriale, scrive e allestisce spettacoli teatrali in cui parla di salute delle acque e tensioni geopolitiche. Nel frattempo, aspetta l’occasione di imbarcarsi su un veliero che raccoglie plastica.

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