Il settore delle costruzioni è, per sua natura, ad alto impatto sull’ambiente, sia nella fase di cantiere che di utilizzo. Da qui la necessità di lavorare per definire ed applicare soluzioni tecnologiche, impiantistiche e manutentive che siano sempre più sostenibili.
Va in questa direzione la proposta di uno studioso ungherese, Matyas Gutai, che ha proposto un sistema per isolare le pareti degli edifici davvero innovativo, pur nella sua semplicità. L’idea consiste nell’utilizzare l’acqua come isolante e, grazie alla prima “casa ad acqua” che ha costruito nel cortile di un magazzino di Budapest, ha dimostrato come un’intercapedine tra due lastre di vetro riempita con semplice H2O possa ridurre notevolmente l’energia necessaria per il riscaldamento.
Per la realizzazione del prototipo sono serviti circa 50.000 €, ottenuti grazie a fondi europei e finanziamenti del governo ungherese. La tecnologia sfrutta la capacità dell’acqua di assorbire il calore e restituirlo lentamente quando necessario.
In altre parole, l’energia termica viene immagazzinata nelle fondamenta della costruzione e rilasciata quando necessario in base alla temperatura impostata nel sistema di regolazione.
Dai primi studi effettuati emerge che la fase costruttiva dell’edificio è più costosa rispetto ad una tipologia tradizionale, ma è comunque più economica di tante altre tipologie di alloggi ad alta efficienza energetica.
L’idea sta suscitando l’interesse di architetti e costruttori di tutto il mondo.
Per approfondimenti si rimanda ad un paper scientifico pubblicato da Matyas Gutai, scaricabile QUI
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