Gaia Intonti: raccontare il mare tra Europa e nuovi media

Biologa marina e Assistant Project Officer Ocean Literacy per l’IOC-UNESCO, Gaia Intonti si racconta per noi.

Un’intervista per parlare di mare, comunicazione e progettualità europee. Un piccolo assaggio per il nostro sito in attesa della versione integrale, in esclusiva per il cartaceo di Pianeta Azzurro.


IL PIANETA AZZURRO: Grazie di aver accettato la nostra intervista; comincia raccontandoci un po’ di te: come nasce il tuo amore per il mare?

GAIA INTONTI: “Grazie a voi di Pianeta Azzurro per avermi contattato! Siete di grande ispirazione per tutti gli amanti dell’oceano e della sostenibilità. Non saprei esattamente dire come o quando è nato il mio amore per il mare, c’è sempre stato. Nonostante io sia nata e cresciuta a Torino, dove purtroppo di mare non ce n’è, ho avuto la fortuna di trascorrere ogni estate in aree marine. Che fosse la vicina Liguria, diverse località del Mediterraneo o zone ancora più remote dell’Oceano Atlantico, passavo le ore a inseguire i pesci e sognare di diventare parte di un pod di delfini o balenottere! Oltre ad apprezzare l’oceano come risorsa, e sperimentarne i benefici in prima persona (come il Blue Gym Effect, che ai tempi non sapevo neanche cosa fosse) ho sempre avuto grande curiosità per gli organismi che lo abitano, con una particolare predilizione per l’etologia, ovvero lo studio del comportamento animale. Per questo motivo ho studiato Scienze Biologiche nella laurea triennale, seguita da un corso di laurea magistrale internazionale chiamato Marine Biological Resources, che coinvolge 10 diversi atenei a livello europeo. In questi anni ho avuto la possibilità di fare diverse esperienze sul campo, tra cui l’osservazione e il monitoraggio di cetacei in Galizia, la coltivazione e applicazione di alghe nel campo dell’acquacoltura in Algarve e infine un tirocinio relativo all’Educazione all’Oceano per la Commissione Oceanografica Intergovernativa dell’UNESCO nell’ufficio di Venezia, dove lavoro tuttora e dove riesco a coniugare il mio amore per il mare in tutte le forme possibili”.

L’attività di Gaia signific anche divulgazione, un lavoro che non si è fermato nemmeno durante il periodo post-pandemia

PA: Sei parte delle progettualità di Decennio del Mare: qual è il contributo che senti più tuo in questo importante percorso?

GI: “Devo essere onesta: ho avuto la fortuna di ottenere questo lavoro che mi permette di contribuire tutti i giorni, sempre in maniera diversa, agli obiettivi di sostenibilità, sia a livello di Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, sia a livello di miei obiettivi personali. A differenza della ricerca, per cui bisogna essere estremamente pazienti e meticolosi per ottenere dei risultati validi, l’ambito dell’Educazione all’Oceano mi permette veramente di interagire ogni giorno con interlocutori diversi. Che si tratti di alti livelli istituzionali, o dei pescatori della laguna di Venezia, o di giovani studenti di tutte le età, ho la possibilità di avere un impatto sulla loro curiosità, sul loro interesse e sulla possibile passione legata all’oceano, che li porterà necessariamente a volerlo conservare e proteggere […] “

Di questo e molto altro abbiamo parlato con Gaia; continua a seguirci, l’intervista integrale potrai trovarla in esclusiva prossimamente sulle pagine di Pianeta Azzurro!

Scrive per noi

Andrea Ferrari Trecate
Andrea Ferrari Trecate
Laureato in diritto ambientale, si è presto convinto che le sfide ecologiche non si vincono nei tribunali. Collabora con l’Istituto Scholè dal 2014 e dal 2017 è inviato di Pianeta Azzurro per il quale gestisce anche contenuti online e la comunicazione social media. Crede nell’intelligenza delle persone e che la buona comunicazione serva a risvegliarne la consapevolezza per cambiare il mondo.

Andrea Ferrari Trecate

Laureato in diritto ambientale, si è presto convinto che le sfide ecologiche non si vincono nei tribunali. Collabora con l’Istituto Scholè dal 2014 e dal 2017 è inviato di Pianeta Azzurro per il quale gestisce anche contenuti online e la comunicazione social media. Crede nell’intelligenza delle persone e che la buona comunicazione serva a risvegliarne la consapevolezza per cambiare il mondo.

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