Anche se il nome chiama in causa balene e delfini l’obiettivo principale del “World Whale and Dolphin Day” è quello di attirare l’attenzione delle istituzioni e di tutta Il’umanità sui problemi della protezione di tutti i mammiferi marini. Lanciata nel 1986 dall’International Whaling Commission, la giornata si è appena svolta, come ogni anno, il 23 luglio: la data in cui nel 1982 i membri della Commissione avevano votato il divieto totale sulla caccia commerciale alla balena. Ed è stata l’occasione per riportare in evidenza alcuni dati che fanno riflettere: secondo i dati del World Wildlife Fund (WWF) e della Zoological Society del London Living Blue Planet Report, il numero di mammiferi marini, uccelli, pesci, rettili e altri animali che vivono nell’Oceano Mondiale è sceso al 49% nel periodo dal 1970 al 2010. Le principali ragioni della scomparsa di questi animali includono non solo la caccia alle balene, ma anche la cattura da parte di delfinari, acquari e circhi.
Le balene sono state scelte come simbolo degli “abitanti del mare” per una ragione. Sono creature molto interessanti, che combinano le caratteristiche esteriori del pesce come le pinne, la forma rotonda e la superficie liscia del corpo con i principi dell’organizzazione interna del corpo più caratteristici per gli organismi endotermici come la presenza di polmoni, la capacità di tenere in grembo procreare cuccioli.
Il divieto di caccia alle balene ha già aiutato molto ad aumentare il loro numero. Secondo i dati del laboratorio sui mammiferi marini del TINRO-Center (il Centro per la pesca e la scienza del Pacifico), il numero di balene è gradualmente cresciuto negli ultimi anni. C’è speranza che nel prossimo futuro le popolazioni si riprendano quasi del tutto, ora ci sono all’incirca fra dieci e ventimila esemplari di balenottere e capodogli.
Non c’è dubbio, inoltre, che il secondo simbolo della lotta per la protezione dei mammiferi marini sia diventato giustamente il delfino, il cetaceo più intelligente, incluso nella top ten degli animali più sviluppati del pianeta. I delfini possono salvare un uomo che sta affogando, ma nessuno, a parte la natura stessa, ha mai insegnato loro a farlo. Ci sono stati casi in cui questi animali hanno curato malattie, in particolare quelle dei bambini, che non erano suscettibili di trattamento medico, attraverso una semplice forma di “comunicazione” con i giovani pazienti. I delfini, del resto, hanno molto in comune con gli umani come una struttura cardiaca simile, la massa del cervello, le dimensioni del corpo, la presenza di polmoni e molte altre caratteristiche.
(Fonte: Zapovednik)
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