Monitorare vuol dire osservare continuamente l’ambiente per poter rilevare immediatamente delle modificazioni e per fare questo vengono usati, nel biomonitoraggio, organismi sensibili in varia maniera alle alterazioni ambientali. In questo numero de il Pianeta azzurro alcuni ricercatori, impegnati da anni in questo contesto, presentano alcune tecniche di monitoraggio che utilizzano sia organismi vegetali che animali, sia in acqua dolce che marina, sia nel Mediterraneo che nei mari tropicali.
Ma se da una parte pare che tutti siano d’accordo sull’importanza dell’acqua e sulla necessità di intraprendere azioni per la sua tutela e contro gli sprechi, dall’altra non manca di incontrare lungo i litorali e i fiumi italiani veri immondezzai all’aperto, opera di gente incivile che si dimentica completamente delle norme basilari della nostra società: il rispetto per l’ambiente e per gli altri. E se da una parte sale lo sdegno unanime nei confronti di catastrofi che si potevano evitare, come quello causato dalla petroliera Prestige, dall’altra regna sovrana l’indifferenza della gente nei confronti delle azioni, purtroppo spesso quotidiane, di gettare in mare, sulle spiagge, nei fiumi o lungo le sponde, i resti di una giornata di vacanza.
Il Pianeta azzurro, Numero 10 – Settembre/Ottobre 2005, di Annarita Di Pascoli
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