Il cloruro di sodio, comunemente identificato con il sale, è per la maggior parte concentrato nei mari. Dall’evaporazione delle acque salate, durante le varie ere geologiche, si sono formati depositi di salgemma che variano da pochi centimetri a centinaia di metri.Disponibile e facile da lavorare ha un costo di produzione che si aggira sui 50 euro la tonnellata. Utilizzato in molti processi industriali, fa parte della nostra quotidianità ed è tra gli elementi integranti della nostra dieta.
Usato nelle cucine di tutto il mondo come condimento per i cibi, svolge un ruolo fondamentale nei processi di conservazione. La sua capacità di attrarre acqua lo rende un conservante naturale eccezionale.
Il plasma sanguigno contiene lo 0,9% di cloruro di sodio, così come la “soluzione fisiologica” utilizzata in medicina. E se è vero che non possiamo vivere senza sale, va assunto con moderazione. Al giorno d’oggi dobbiamo tenere presente che alla maggior parte dei cibi lavorati ne viene aggiunta una quantità variabile, ed è facile abusarne senza rendersene conto.Una dose superiore ai 5 grammi al giorno può essere dannosa per il nostro fisico. Un’assunzione eccessiva di cloruro di sodio porta a un
aumento della pressione sanguigna e a ritenzione idrica con possibili gravi conseguenze come ictus o problemi cardiaci.
Quindi sale sì, ma solo un pizzico.
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