“Il mondo ha sete perché ha fame”

Un viaggio alla scoperta dell’acqua che consumiamo.

I ragazzi delle scuole superiori di Carmagnola e Tortona all’evento “l’acqua è di tutti, non mangiamone troppa”

Il Museo del Risparmio opera con l’intento di diffondere i principi fondanti l’educazione finanziaria, in modo da aiutare le persone a gestire il denaro con maggior consapevolezza e imparare a pianificare i propri investimenti a lungo termine. Ma se per un giorno cercassimo di perseguire gli stessi obiettivi, non per migliorare il nostro rapporto col denaro, ma piuttosto quello con una risorsa ben più preziosa come l’acqua?

Per rispondere a questa domanda i responsabili del Museo si sono rivolti a noi de Il Pianeta azzurro, costola “acquatica” dell’Istituto per l’Ambiente e l’educazione Scholè futuro Onlus, consapevoli di interagire con una realtà che dal 2003 si occupa di educazione ambientale marina divulgando i temi dell’idrobiologia, comunicando e mettendo in rete le iniziative che focalizzano l’attenzione sulla risorsa acqua e proponendo o supportando progetti per una sostenibilità in campo idrico.

Sempre da quella domanda iniziale nasce l’iniziativa “L’acqua è di tutti, non mangiamone troppa”, ideata grazie alla sinergia tra tre attori molto attivi sul territorio: Il Pianeta Azzurro, Hydroaid (la Scuola Internazionale dell’Acqua), e Una Buona Occasione, progetto sul risparmio alimentare sviluppato dal Dott. Roberto Corgnati di Regione Piemonte.

A prendere parte all’evento del 15 maggio sono stati circa settanta ragazzi provenienti da tre diversi istituti professionali di Carmagnola e Tortona, iscritti al primo anno del triennio.

Hydroaid introduce i temi trattati durante l’evento

La volontà di noi organizzatori era di indagare quale fosse la percezione che ragazzi di questa età avessero del proprio consumo di acqua. Volevamo indurli a ragionare sul fatto che l’acqua fosse sì una risorsa rinnovabile, ma non incrementabile o sostituibile, arrivando a svelare, infine, che la maggior parte delle risorse idriche utilizzate dai Paesi si nasconde nel cibo che imbandisce le tavole e nei vestiti che riempiono gli armadi. Per fare tutto questo siamo partiti selezionando delle “Diapositive Silenziose”: le immagini, proiettate nel buio della sala, mettono in luce il rapporto tra l’uomo e l’acqua, con l’intento di creare suggestioni e mostrare i forti contrasti che ad oggi ostacolano un reale sviluppo sostenibile globale.
Ecco allora che l’acqua può farsi tramite di vita con l’immagine di un parto in vasca, ma trasformarsi nella foto successiva in presagio di morte, sotto forma di tsunami; e ancora, che la necessità di andare a reperire l’acqua a chilometri di distanza da casa propria impedisce a molte bambine di andare a scuola, spezzando così il sogno di poter diventare astronaute come altre loro coetanee di paesi lontani e ostacolando l’uguaglianza di genere.
Mentre i ragazzi osservano le diapositive, noi osserviamo loro con la stessa attenzione, notando subito che, tra le espressioni che rimbalzano sui loro volti, quella che di sicuro primeggia è la perplessità, che resta anche una volta riaccese le luci ed è dovuta probabilmente alla mancanza di informazioni adeguate.

Il calo di attenzione potrebbe essere dietro l’angolo, quindi proseguiamo con fare sicuro e dividiamo i ragazzi in sei squadre che si fronteggeranno nelle altrettante sei domande che comporranno il Quiz, vero core di tutto l’evento.

Il ciclo idrogeologico dell’acqua

Per fare l’albero ci vuole il seme, e allo stesso modo, per parlare di acqua è necessario sapere prima da dove si origina.
Il ciclo idrogeologico appare come un processo noto, ma ciò che sembra sfuggire ai ragazzi è il passaggio dalla teoria dei libri alla pratica della condizione reale. Variazioni delle precipitazioni, scioglimento dei ghiacciai e innalzamento dei mari sono solo alcuni degli effetti causati dal cambiamento climatico che vanno ad alterare il ciclo dell’acqua, oltre ad indurre ogni anno migliaia di persone ad abbandonare il proprio luogo di origine e a trasformarsi in migranti ambientali in cerca di una nuova terra promessa.

Le successive due domande del Quiz ci permettono di raccontare un’altra storia, quella legata alla scarsità idrica. Gli studenti, abituati a sentir parlare della Terra come “Il pianeta azzurro”, sembrano increduli nello scoprire che la percentuale di acqua dolce a nostra disposizione e circa l’1% di tutta quella presente oggi: se domani questa percentuale si azzerasse il pianeta sopravvivrebbe, possiamo dire lo stesso di noi?

Eppure questo rischio non sembra spaventarci, al punto da continuare a rimandare un problema che l’aumento demografico, l’inquinamento e il cambiamento climatico non faranno che ingigantire.
È passata forse un’ora dall’inizio delle attività, ma gli argomenti trattati sono stati molti e corposi, quindi meglio fare un piccolo break per riprendere fiato mentre i ragazzi seguono le indagini dei Water Hunters nel cortometraggio targato Una Buona Occasione.

 

Il Pianeta Azzurro e l’Acqua Virtuale

La seconda parte del Quiz introduce due termini quasi sconosciuti: il Water Footprint e l’Acqua Virtuale. Se fino ad ora per rispondere ai quesiti gli studenti potevano fare affidamento sulle loro pregresse conoscenze scolastiche, ora si può dire che navighino a vista.
Questi due concetti servono per indagare la percezione che hanno del proprio consumo di acqua, di quella del proprio Paese e di quella, infine, necessaria a produrre cibo e beni di consumo che acquistano quotidianamente.

Per descrivere le risposte dei ragazzi in una parola sceglieremmo Ottimiste. Purtroppo non siamo all’altezza delle loro aspettative.
La realtà è ben diversa, infatti, sebbene l’Italia sia un paese ricco d’acqua grazie alle abbondanti piogge e nevicate, la disponibilità delle risorse idriche viene costantemente minacciata dall’enorme sfruttamento che se ne fa e anche dalla mancanza di controllo degli sprechi. Per tutelare l’acqua dallo sfruttamento antropico, l’ONU ha proposto l’utilizzo di un indicatore internazionale per valutare gli impatti dell’umo sull’acqua: l’Impronta Idrica (Water Footprint).

I dati del Water Footprint Network

Ed ecco che, secondo le stime raccolte dal Water Footprint Network, nel nostro Paese vengono consumati in media 252 litri di acqua potabile al giorno per persona, considerando solo l’acqua utilizzata per bere, cucinare e lavarsi. Se poi a questa sommiamo quella necessaria per produrre beni e servizi che ciascun italiano consuma ogni anno, l’impronta idrica di un cittadino sale a 6309 litri al giorno: in poche parole il dato cresce esponenzialmente tenendo conto dell’acqua “invisibile”, ovvero l’Acqua Virtuale.
Inoltre, non bisogna dimenticare che a seguito della globalizzazione la maggior parte dei prodotti presenti sul mercato italiano viene prodotta al di fuori dei nostri confini; questo significa che per soddisfare le esigenze della propria popolazione, lo Stato Italiano consuma anche le risorse idriche di proprietà di altri Stati, attestandosi come il terzo importatore netto di acqua virtuale nel modo, subito dopo Giappone e Messico.

E se è vero che dovremmo essere noi il cambiamento che vogliamo vedere nel mondo, è necessario che ognuno di noi faccia la sua parte, magari modificando i propri stili di vita anche quando si siede a tavola. Come racconta l’ultima domanda, le abitudini alimentari influenzano in maniera sostanziale l’impronta idrica delle persone. Infatti, confrontando tra loro un menù vegetariano e uno con carne, entrambi equilibrati dal punto di vista nutrizionale, appare evidente come l’inserimento, per quanto contenuto, di prodotti da allevamento come latte e carni, comporta un aumento di circa due volte del consumo di risorse idriche.
Infine, osservando il modello della Doppia Piramide Alimentare (in cui alla classica piramide alimentare viene affiancata quella idrica capovolta, nella quale gli alimenti vengono classificati in base al consumo di acqua virtuale che producono), appare evidente che la salute delle persone e la salvaguardia dell’ambiente non possano che andare di pari passo.

Il quiz volge al termine, speriamo di essere riuscite a far capire ai ragazzi che mentre migliaia di persone nel mondo combattono per difendere il proprio diritto all’acqua, in Europa l’oro blu si consuma in quantità superiori all’effettiva disponibilità. A livello mondiale l’ONU ha inaugurato il 22 marzo scorso il decennio dell’Acqua per lo Sviluppo Sostenibile, riconoscendo a questa risorsa un ruolo fondamentale all’interno di tutti i 17 Obiettivi per lo Sviluppo sostenibile presenti nell’Agenda 2030. Ma non possiamo aspettarci che la responsabilità di una corretta gestione delle risorse idriche ricada solo su chi ci governa, dobbiamo essere noi i primi a fare scelte più consapevoli, informandoci e impegnandoci affinché latitudine e longitudine non determinino più chi ha diritto all’acqua e chi no, o, peggio, chi vive e chi muore.

L’impegno de Il Pianeta azzurro però non vuole fermarsi a questo singolo evento, ma anzi utilizzare tutti i contenuti prodotti come trampolino di lancio per quella che nei prossimi mesi si trasformerà in una pubblicazione apposita sul Water Decade for Action delle Nazioni Unite, per evidenziare come, in continuità con i principi della rivista, basati su una cultura della formazione ispirata alla tutela ambientale e al turismo sostenibile, “il Pianeta azzurro” si pone, attraverso rubriche, interviste, articoli, come uno strumento di servizio all’educazione ambientale del Pianeta Acqua.

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