Premio “Il Pianeta Azzurro”: un estratto della nostra intervista alla vincitrice Claudia Campanini

Sul nostro sito, l’anteprima dell’intervista alla vincitrice della VI edizione del nostro bando per tesi specialistiche in biologia marina.

Claudia Campanini (Ghent University, International Master of Science in Marine Biological Resources – IMBRSea) ha ottenuto il primo premio grazie alla sua tesi: “Visible distress on the reef. Benthic multi-taxa survey for reef monitoring and impact assessment in Okinawa, Japan”.

Attualmente impegnata con l’Università di Ancona, Campanini ci racconta l’argomento della sua tesi e di un mestiere tanto dinamico quanto precario. Nel panorama incredibilmente vario della biologia marina, il mestiere del ricercatore, ricco di possibilità e spesso costretto da molti impegni, è ancora poco raccontato come invece meriterebbe.


IL PIANETA AZZURRO: Bentrovata Claudia e ancora complimenti per la vittoria del bando. Per cominciare, puoi raccontarci in parole semplici il tema della tua tesi?

CLAUDIA CAMPANINI: “Per parlare della mia tesi, devo partire dal presupposto che conosciamo molto meno gli ecosistemi marini rispetto a quelli terrestri e questo riguarda anche l’impatto che stanno subendo in questo periodo di cambiamento globale sia climatico che antropico. In questo contesto, la mia tesi, svoltasi in subacquea, ha riguardato test di protocollo su diversi siti delle barriere coralline dell’arcipelago sub-tropicale di Okinawa. Lo scopo è stato costruire previsioni che ci aiutino nella conservazione e nel restauro di ecosistemi tanto delicati. I rilievi sono stati effettuati in diverse zone più o meno impattate, come aree portuali, zone di cava, isole, per una migliore visione d’insieme”.

Claudia Campanini con in mano i filtri per le analisi del DNA ambientale ottenuti da campioni d’acqua raccolti in immersione per ogni sito del monitoraggio. Foto scattata nel laboratorio del gruppo di ricerca di Marine Climate Change dell’Okinawa Institute of Science and Technology (OIST)

PA: I tuoi studi ti hanno portato in giro per il mondo; ti senti un cosiddetto “cervello in fuga”?

CC: “Al momento, non mi posso certo considerare tale visto che mi trovo ad Ancona, anche se sono arrivata qui dopo il master internazionale itinerante che -quello sì- mi ha fatto viaggiare molto all’estero. Non sono un cervello in fuga ma di sicuro non sono “stazionaria”. Il mondo della ricerca è dinamico ma nasconde, al tempo stessso, anche tanta precarietà […]

PA: Premi come quello de Il Pianeta Azzurro in che modo possono aiutare i giovani ricercatori a valorizzare il loro lavoro?

CC: “E’ difficilissimo per non dire impossibile avere pubblicazioni a ridosso di un percorso di laurea, anche per le tempistiche che queste richiedono. Poter aggiungere un premio al proprio curriculum, aiuta da punto di vista della presentazione della propria professionalità. Non solo: premi con quello di Pianeta Azzurro, sostenuti da brand di settore (Beuchat, Best Divers ndr) aiutano anche da un punto di vista pratico ed economico chi, come me, fa ricerca subacquea […]

Siete curiosi di continuare la lettura? Continuate a seguirci, la versione integrale dell’intervista sarà prossimamente pubblicata sulla nostra rivista cartacea!

 

FOTO IN COPERTINA: Claudia Campanini in immersione mentre effettua un transetto sulla barriera corallina di Okinawa con in mano un sistema a due fotocamere per ottenere ricostruzioni 3D della barriera per il progetto 100 Island Challenge dello Scripps Institution of Oceanography (San Diego, California, USA)

Scrive per noi

Andrea Ferrari Trecate
Andrea Ferrari Trecate
Laureato in diritto ambientale, si è presto convinto che le sfide ecologiche non si vincono nei tribunali. Collabora con l’Istituto Scholè dal 2014 e dal 2017 è inviato di Pianeta Azzurro per il quale gestisce anche contenuti online e la comunicazione social media. Crede nell’intelligenza delle persone e che la buona comunicazione serva a risvegliarne la consapevolezza per cambiare il mondo.

Andrea Ferrari Trecate

Laureato in diritto ambientale, si è presto convinto che le sfide ecologiche non si vincono nei tribunali. Collabora con l’Istituto Scholè dal 2014 e dal 2017 è inviato di Pianeta Azzurro per il quale gestisce anche contenuti online e la comunicazione social media. Crede nell’intelligenza delle persone e che la buona comunicazione serva a risvegliarne la consapevolezza per cambiare il mondo.

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