La versione integrale dell’intervista con Angelo Mojetta vi aspetta prossimamente sulla nostra pubblicazione cartacea!
IL PIANETA AZZURRO: L’ultima edizione di EUDI si è rivelata un’occasione per diversi premi, parliamo di Blue Prize ovviamente ma anche il premio Sirena di HSA; una bella serie di emozioni…
ANGELO MOJETTA: “Forse è stata l’atmosfera, ma mi sarà difficile dimenticare questa edizione di Eudi Show, la trentesima, e non a caso perché, salvo dimenticanze, sono stato presente a tutte avendo a volte un ruolo che è andato oltre quello di semplice visitatore. Diciamo che mi sento di casa a questa fiera e ricevere due premi in questo contesto è stato decisamente emozionante perché mi ha aiutato a capire che sì, forse, qualche cosa ho fatto. È vero che ho avuto qualche colpo di fortuna come accade a tanti, ma non mi sono mai tirato indietro vivendo ogni proposta di lavoro o di collaborazione come una sfida a percorrere strade nuove […]”.
Sul paco di EUDI 2024, Angelo Mojetta (al centro) con il Blue Prize. Con lui il prof. Massimo Ponti (a sinistra) e Stefano Moretto (a destra)
PA: Il Blue Prize ti è stato consegnato nello stesso contesto del premio per la miglior tesi in biologia marina del quale sei anche selezionatore e valutatore: come hai vissuto questo doppio ruolo?
AM: “Le due cose non sono direttamente legate. È stato un evento fortuito e casuale, non programmato, almeno per quanto riguarda la consegna del Blue Prize. Devo però dire che in entrambi i premi c’è il mio zampino insieme a quello di Stefano Moretto, mio compagno da decenni nell’avventura del Pianeta Azzurro e a volte avventato sostenitore delle mie idee. Era, infatti il 1983, quando venne presentata la prima edizione di ‘Earth Prize International’, il premio per l’educazione ambientale e per il paesaggio patrocinato da Regione Lombardia e promosso da WEEC Network e dalla Città di Luino. Di lì a poco Stefano mi chiese cosa ne pensavo dell’idea di creare anche un Blue Prize, sostenuto dal progetto Il Pianeta Azzurro […] Il Blue Prize, tra l’altro, ti consegna una doppia responsabilità: se da un lato premia, dall’altro obbliga chi lo riceve a continuare sulla strada che l’ha portato al riconoscimento. Quanto al ruolo di selezionatore e valutatore all’interno del premio di laurea l’ho sempre vissuto come una grande e impegnativa responsabilità che è cresciuta nel tempo insieme al numero delle tesi, alla loro complessità e alla bravura e preparazione dei candidati, molti dei quali, mi piace ricordarlo, sono ragazze che hanno poi iniziato una bella carriera in campo scientifico”.
Un altro importante momento di EUDI 2024. Si parla del premio “il Pianeta Azzurro” per tesi di laurea in biologia marina
PA: Conclusasi EUDI, ti immaginiamo già preparare i prossimi progetti: su cosa stai lavorando?
AM: “Sul futuro ho vaghe idee. Ho dei sogni nel cassetto che però contrastano con una certa stanchezza determinata anche dalla ricerca di un qualcosa di non ben definito che so esistere da qualche parte e che spero di trovare. Per ora ho terminato insieme ad un collega e amico, Tiziano Storai, un saggio sull’evoluzione del rapporto tra uomo e squali nei secoli che dovrebbe uscire tra alcuni mesi per conto di Magenes Editore […]”.
Anche quest’anno, il Blue Prize è rappresentato da un’opera di Massimo Marchiori, in arte Stari Ribar, che la racconta così: “Questa scultura rappresenta un’imbarcazione stilizzata ed è realizzata con materiali altamente inquinanti raccolti lungo la laguna veneziana. Fa parte di un’installazione realizzata in occasione della Biennale di Venezia del 2023 per il padiglione Grenada. Il titolo dell’istallazione “camminare sull’acqua” aveva lo scopo di sensibilizzare lo spettatore ai problemi relativi ai cambiamenti climatici rispetto a luoghi come Grenada e Venezia soggetti, tra le altre cose, all’innalzamento del livello del mare. L’istallazione era formata da 150 imbarcazioni appese al sotto all’interno della base nautica dell’associazione Vele al terzo di Venezia”.
Scrive per noi

- Laureato in diritto ambientale, si è presto convinto che le sfide ecologiche non si vincono nei tribunali. Collabora con l’Istituto Scholè dal 2014 e dal 2017 è inviato di Pianeta Azzurro per il quale gestisce anche contenuti online e la comunicazione social media. Crede nell’intelligenza delle persone e che la buona comunicazione serva a risvegliarne la consapevolezza per cambiare il mondo.
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