Il Pianeta Azzurro intervista Carmela Celentano, vincitrice del 5° bando per tesi in biologia marina

Un’anteprima per il nostro sito. Troverete l’intervista completa prossimamente nella nostra edizione cartacea!

L’Istituto per l’Ambiente e l’Educazione Scholé Futuro ONLUS – Rete WEEC Italia ed “Il Pianeta Azzurro”, considerato l’interesse nella difesa dell’ambiente marino e nella promozione della sua conoscenza e l’importanza di valorizzare le prime ricerche di studenti universitari che intendono dedicarsi allo studio della biologia marina, promuovono il Premio per le tesi di laurea magistrale nel campo della Biologia Marina che intenda avvalersi per la sua attuazione di indagini subacquee. Fin dalla seconda edizione del 2018, unico anno in cui il premio è stato biennale, è stato ottenuto il patrocinio del World Oceans Day.

IL PIANETA AZZURRO: “Microbial diversity in shallow water hydrothermal vents of Campania Region, Italy”, questo il titolo della sua tesi: le andrebbe di raccontarla ai nostri lettori?

CARMELA CELENTANO: “Il mio lavoro di tesi si è basato sullo studio degli shallow vents (sorgenti idrotermali) e sui batteri che popolano questi sistemi. Gli shallow vents sono delle aree situate sul fondale marino dai quali fuoriescono fluidi, minerali, gas. Solitamente questi si trovano in prossimità di zone vulcanicamente attive in tutto il mondo. Le sorgenti possono essere classificate in due sottocategorie, a seconda della profondità a cui le troviamo: le sorgenti poco profonde (shallow vents, <200 m) e quelle più profonde (deep vents, >200 m).  Attraverso queste fratture, energia, calore e minerali, fluidi (che possono raggiungere anche più di  130°C) vengono trasferiti in mare direttamente dal mantello terrestre. Di conseguenza, questi luoghi sono popolati da microrganismi che tramite reazioni di ossido-riduzione utilizzano gli elementi che fuoriescono dalle fratture. In queste aree possiamo trovare sia batteri chemiosintetici, che usano elementi come zolfo, ferro, idrogeno come fonte di energia, ma anche organismi fotosintetici, i quali, invece, usano la luce; proprio come le piante.  Sono ecosistemi che rivestono un ruolo importante nel ricircolo dei nutrienti e sulla produzione primaria. Lo studio fa parte del progetto FEAMP, nel quale ci si è focalizzati: sulla localizzazione degli shallow vents nelle zone costiere della Regione Campania e nel mappare la distribuzione delle comunità microbiche. A causa delle restrizioni dovute al Covid-19, l’area di studio si è limitata al Golfo di Pozzuoli e Castellammare di Stabia. In particolare, sono stati selezionati 14 nei quali ho campionato sedimenti, fluidi e biofilm. I siti presentavano peculiari caratteristiche geomorfologiche dettate dal tipo di sorgente idrotermale, il quale rifletteva la comunità microbica presente in esso.  La diversità microbica degli shallow vents è stata studiata attraverso l’analisi di un gene, 16S rRna. Il gene in questione viene usato per la costruzione di alberi filogenetici, dato che è una sequenza molto conservata in questi microrganismi. Per quanto riguarda le analisi sull’influenza degli shallow vents nell’area costieri circostante, sono stati raccolti pochi dati, ma quello che posso dire è che i siti campionati presentavano una maggiore produzione primaria. Questo è solo il primo studio che tratta la diversità microbica presente negli shallow vents della Regione Campania. Ulteriori analisi dovranno essere svolte per meglio comprendere i ruoli e l’influenza che queste aree hanno sul nostra sistema costiero“.

D: Il mondo della ricerca in Italia continua a vivere un lungo periodo di difficoltà: quanto sono importanti le occasioni come il premio de Il Pianeta Azzurro per la biologia marina?

R: “La ricerca, almeno in Italia, non è solo in un periodo di difficoltà, ma più di non curanza da parte delle istituzioni. C’è una carenza di fondi, di messa a disposizione di attrezzature, senza contare la difficoltà per ottenere i permessi per poter fare ricerca.  C’è bisogno di un cambio più profondo e strutturale rispetto a questa tematica. Sarebbe importante spingere le istituzioni a implementare il loro contributo e che la ricerca parti da fonti attendibili in modo da avere più controllo sui dati. Fatta questa piccola premessa, negli ultimi anni la ricerca ha fatto passi da gigante nella costruzione di strumenti di precisione, sempre più piccoli e multifunzionali per la raccolta dei campioni, ma che ovviamente hanno i loro limiti […]” 

Curiosi di sapere come prosegue la nostra intervista? Continuate a seguire Il Pianeta Azzurro; l’intervista a Carmela Celentano proseguirà prossimamente sul nostro cartaceo!


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L’edizione 2022/2023 è online QUI tutti i dettagli 

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Andrea Ferrari Trecate
Andrea Ferrari Trecate
Laureato in diritto ambientale, si è presto convinto che le sfide ecologiche non si vincono nei tribunali. Collabora con l’Istituto Scholè dal 2014 e dal 2017 è inviato di Pianeta Azzurro per il quale gestisce anche contenuti online e la comunicazione social media. Crede nell’intelligenza delle persone e che la buona comunicazione serva a risvegliarne la consapevolezza per cambiare il mondo.

Andrea Ferrari Trecate

Laureato in diritto ambientale, si è presto convinto che le sfide ecologiche non si vincono nei tribunali. Collabora con l’Istituto Scholè dal 2014 e dal 2017 è inviato di Pianeta Azzurro per il quale gestisce anche contenuti online e la comunicazione social media. Crede nell’intelligenza delle persone e che la buona comunicazione serva a risvegliarne la consapevolezza per cambiare il mondo.

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