C’è un enorme porzione del nostro pianeta completamente sconosciuta. Nessuno vi ha mai messo piede e non è neppure minimamente mappata. Parliamo delle nostre acque profonde.
Conosciamo molto meglio lo spazio esterno alla terra che il mare che ci circonda e questo perché lo spazio è facile da indagare con i radar e le strumentazioni elettromagnetiche di cui disponiamo. L’acqua è una barriera in cui le onde radio si propagano a fatica e questo è sempre stato di intralcio all’instancabile curiosità che ci anima.
Oggi siamo di fronte ad una svolta. Il progetto Sunrise coordinato dalla professoressa Chiara Petrioli, professore ordinario del Dipartimento di informatica della Sapienza che sta perfezionando un sistema di comunicazione subacqueo che sfrutta le onde acustiche. Le balene comunicano con i suoni su vaste aree geografiche, forse siamo finalmente riusciti ad imitarle.
Il gruppo di lavoro sta studiando una rete di comunicazione in grado di inviare e ricevere dati, molto pochi per ora, ma in grado di coprire grandi distanze. Questo permetterebbe di governare droni e macchinari sottomarini in tempo reale e dare il via alla colonizzazione dei fondali marini. Sicuramente le prime applicazioni saranno costose e di nicchia, ma credo che in breve tempo il mare si popolerà di insediamenti umani e lavoratori meccanici. I Governi dovranno agevolare una colonizzazione pacifica e rispettosa dell’ambiente.
Scrive per noi
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Marco Ferro, Biologo con specializzazione di Tecnico ambientale della Provincia di Torino esperto nel monitoraggio ed analisi degli inquinanti. Master in Marketing e Management farmaceutico. Da anni si occupa di divulgazione scientifica attraverso collaborazioni con vari enti tra cui: il Pianeta Azzurro, l’ Istituto Scholè, CentroScienza , BIO.MA.
Autore di articoli, pubblicazioni e racconti per bambini prevalentemente collegati all’acqua ed al mondo sottomarino.